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La Banca 16 luglio 2025

La qualità come chiave del wealth management: Alessandro Marchesin nell’intervista a Fundspeople

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Numeri solidi, visione strategica

Nel primo trimestre del 2025, il Gruppo Sella ha registrato una raccolta netta globale di 2,2 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi attribuibili alle attività di wealth management. Risultati che confermano la traiettoria tracciata dal piano triennale avviato nel 2024. “Questi numeri sono il frutto del lavoro dei nostri private banker al fianco dei clienti, in quello che è stato un momento molto complesso dal punto di vista geopolitico ed economico”, afferma Alessandro Marchesin, Head of Wealth & Asset Management del Gruppo, intervistato da FundsPeople. La strategia punta su una crescita ordinata: “Per il 2025 ci aspettiamo numeri in linea con la crescita registrata l’anno scorso”, spiega Marchesin, ricordando come il dato complessivo 2024 si sia attestato su circa 10 miliardi tra raccolta netta ed effetto mercati.


Dopo Galileo, la qualità prima della quantità

Un impulso ulteriore è arrivato dall’acquisizione di Banca Galileo, perfezionata a inizio anno, che ha portato in dote quattro sedi nel Nord Italia e 1 miliardo di raccolta netta. Ma Marchesin sottolinea: “Le operazioni straordinarie resteranno, per l’appunto, straordinarie. La nostra crescita prosegue sia nella sua forma più organica, sia tramite operazioni come questa”. Il focus resta sulla qualità del servizio e sulla costruzione di relazioni durature: “Il wealth management è uno di quei mestieri in cui la classe dimensionale non è ancora così importante quanto la qualità, il livello di servizio, la relazione. Si può essere una buona banca private senza essere una grandissima banca”.


Recruiting selettivo e relazioni su misura

Anche il rafforzamento della rete segue una logica paziente: “Non abbiamo un’attività sistematica di recruiting sul territorio, ma riceviamo candidature naturali e spontanee da banker che volontariamente scelgono il nostro modello”, racconta Marchesin. Il tempo dedicato alla conoscenza reciproca è considerato parte integrante del percorso. “Possiamo pianificare tempi di crescita vicini a quelli fisiologici della crescita professionale dei private banker”, osserva. “Un approccio alla consulenza che forse solo una banca privata, non quotata, può permettersi”. L’auspicio? Che i banker vedano nel Gruppo Sella “una casa”, un luogo in cui “la loro impresa individuale può crescere nei tempi propri della maturazione di un professionista”.


Generazioni, sostenibilità e nuove competenze

Due i trend chiave secondo Marchesin: il passaggio generazionale e l’aumento della concentrazione della ricchezza. La longevità crescente, spiega, mitiga l’impatto delle transizioni patrimoniali: “Spesso il trasferimento di ricchezza avviene tra un 70enne e un figlio 50enne: non è un gap generazionale drammatico come quello tra un 50enne e un 25enne”. Nel frattempo, l’ingresso di giovani banker arricchisce la rete con nuove competenze, specie sul fronte tecnologico e della sostenibilità. “Parliamo di giovani che frequentemente hanno svolto esperienze all’estero”, sottolinea, pur riconoscendo che “le capacità relazionali e di comunicazione si affinano con l’esperienza”. L’adozione dell’intelligenza artificiale è vista come supporto operativo, ma con cautela nel rapporto con il cliente: “È molto difficile dire a private banker con decenni di esperienza che una macchina conosce i clienti meglio di loro”.

Per leggere l’intervista integrale clicca QUI.