Dopo una fase di relativa stabilità, ritorna la pressione sui titoli di Stato verso la fine della settimana, con il Treasury 2 anni risalito intorno al 4,90% e il Bund 2 anni tornato sopra al 3%, a causa di smorzate aspettative su rapidi tagli dei tassi.
In Eurozona pesa anche la decisione della Germania di sospendere per il quarto anno consecutivo i limiti sul debito pubblico, mentre Lagarde in settimana ha cercato di per dissuadere il mercato ad anticipare troppo i tempi, evitando che si consolidino le aspettative per un primo taglio addirittura a marzo, attualmente prezzate al 25%.
Nei verbali dell'ultima riunione anche la Fed non ha dato indicazioni su possibili tagli dei tassi, e ha evidenziato che bisogna "procedere con cautela" mentre la politica monetaria deve rimanere restrittiva "per qualche tempo". Si legge che i membri concordano che saranno i dati a dire se servono ulteriori rialzi, ma che la Fed ha già fatto molto e gli effetti si stanno vedendo.
In Cina, questa settimana la PBOC ha tenuto ancora fermi i tassi, al 3,45% gli LPR a 1 anno e al 4,2% quelli a 5 anni.
Moody's ha confermato il rating italiano a Baa3, alzando l’outlook da “negativo” a “stabile”, grazie alla "stabilizzazione delle prospettive per la solidità dell'economia, alla robustezza del settore bancario e alle dinamiche del debito". La reazione del mercato è stata limitata.
Le Borse europee voltano pagina e registrano un’altra seduta di vendite. Lievemente positiva Wall Street con l’S&P 500 salito per la 7° sessione consecutiva e il Nasdaq per l’8°, la serie positiva più lunga dal novembre 2021.
Il CRB su base settimanale recupera +1.4% con il contributo, in particolare, dei petroliferi.
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