Nel corso della settimana, l’attenzione dei mercati si è concentrata sull’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con un nuovo colpo di scena giovedì: il Presidente Trump ha annunciato la sospensione per 90 giorni delle tariffe aggiuntive verso i Paesi che non avevano risposto con misure ritorsive, aumentando invece i dazi nei confronti della Cina fino al 125%. Nonostante il tono apparentemente più conciliante, l’incertezza resta elevata, sebbene lo stesso Trump abbia auspicato l’apertura di trattative.
La volatilità è stata accentuata anche sul mercato obbligazionario, dove i rendimenti americani hanno mostrato movimenti significativi: dopo un avvio di settimana in calo, il Treasury decennale ha toccato un picco del 4,5% per poi rientrare in area 4,3%, in un contesto segnato da vendite di titoli da parte di investitori esteri e timori sulla tenuta della liquidità. Il movimento divergente tra i tassi americani ed europei non ha favorito il dollaro, che ha subito un forte deprezzamento, scivolando fino a 1,14 contro euro nella giornata di venerdì.
Sul fronte macroeconomico, i dati d’inflazione USA di marzo, che non riflettono ancora pienamente l’effetto della guerra commerciale, hanno mostrato una variazione mensile negativa dello 0,1%, la prima dal 2020, con un tasso annuo in discesa al 2,4% dal 2,8% precedente.
Movimenti ampi anche sul debito sovrano italiano, con il rendimento del BTP decennale salito al 3,78% e lo spread oscillante tra 120 e 130 punti base, riflesso della crescente incertezza globale ma senza segnali di stress specifici sul mercato domestico.
Settimana altamente volatile anche per i mercati azionari. L’indice MSCI World ha perso il 3,11%, mentre l’MSCI Emerging Markets ha chiuso a -6,18%. Dopo un avvio debole, mercoledì Wall Street ha registrato un rimbalzo record, con il Nasdaq a +12,16% e lo S&P 500 a +9,52%, i maggiori rialzi giornalieri dal 2001 e dal 2008, innescati dalla notizia di una riduzione temporanea dei dazi. I mercati europei hanno invece archiviato la settimana in territorio negativo, in attesa dell’avvio della stagione delle trimestrali, con aspettative sugli utili in calo del 3,2% su base annua. Scenario altrettanto turbolento in Asia.
Nel comparto delle materie prime, l’indice Bloomberg Commodity ha ceduto il 4,31%, appesantito soprattutto dal calo del petrolio. In controtendenza l’oro, che dopo un’iniziale debolezza ha ripreso slancio, avvicinandosi a nuovi massimi.
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