In settimana ha prevalso il deterioramento del sentiment globale a fronte dell'intensificarsi delle tensioni geopolitiche e il focus sulle decisioni prudenti o attendiste delle banche centrali. I tassi decennali, in questo scenario di avversione al rischio, sono leggermente calati con il Bund in area 2,5% e il Treasury al 4,4%.
La Fed ha mantenuto invariati i tassi per la quarta volta consecutiva a causa dell’incertezza ancora presente. Powell ha dichiarato che la Fed è ben posizionata per valutare nel corso dell'estate gli effetti dei dazi sull'inflazione.
I banchieri nelle previsioni hanno segnalato ancora 2 tagli da -25 bps entro dicembre.
La BOJ in Giappone ha mantenuto invariati i tassi ma ha deciso di rallentare il ritmo di riduzione degli acquisti di titoli di stato da aprile 2026, segnalando di volersi muovere con cautela.
Anche la Bank of England ha mantenuto fermi i tassi al 4,25%, esprimendo cautela.
Il clima di maggiore avversione al rischio è il motivo dell’indebolimento dei titoli di Stato italiani che in settimana hanno sottoperformato rispetto a quelli di Francia e Spagna: dopo i minimi toccati la scorsa settimana, lo spread BTP-Bund è tornato in area 100bp con il rendimento del decennale italiano, probabilmente oggetto di prese di profitto, tornato in area 3.50%.
Rallenta a maggio la produzione industriale cinese al +5,8% annuo dal 6,1% di aprile, frenata dai dazi e dalla debolezza del mercato immobiliare.
Sul fronte azionario, le Borse europee chiudono in rosso la settimana nonostante il recupero di venerdì. In forte calo utilities, l’auto e il lusso. Sul settore bancario, la commissione ha approvato l'acquisizione di Bpm da parte di UniCredit. Wall Street si è indebolita dalle tensioni in Medio Oriente.
Infine, l’oro è sceso del -2% in euro, ma si mantiene in prossimità dei massimi di periodo. Il gas e petrolio invece continuano a salire sul timore della chiusura dello stretto di Hormuz, da cui transita più del 20% del petrolio mondiale.
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