In Europa, la settimana si è chiusa in positivo: Milano ha guadagnato lo 0,8%, sostenuta da Buzzi (+12%), Francoforte lo 0,9% e Parigi l’1,8%. Sul fronte macroeconomico, in Francia l’inflazione di giugno è risalita all’1% annuo, mentre in Germania è rimasta stabile al 2%. Proseguono intanto i segnali contrastanti sull’economia reale, tra un export ancora solido e una produzione industriale in calo.
Negli Stati Uniti, l’attenzione si è concentrata sui dazi e sulla politica interna. Trump ha annunciato nuove tariffe a partire dal 1° agosto: 30% contro UE e Messico, oltre a quelle già in vigore su acciaio, alluminio e auto. Colpiti anche altri paesi, tra cui il Brasile (50%), il Canada (35%) e l’Asia con dazi al 25% su Giappone e Corea del Sud. Minacciati inoltre dazi del 50% sul rame e fino al 200% sui farmaci. In questo contesto, il dollaro si è rafforzato e il cambio EUR/USD è sceso sotto 1,17.
Settimana mista sui mercati azionari. A Wall Street, il Dow ha perso l’1,02%, l’S&P 500 lo 0,31%, il Nasdaq lo 0,08% e il Russell 2000 lo 0,63%. Sul fronte tech, Nvidia ha raggiunto nuovi massimi con un +3,5%, mentre Apple ha registrato un calo dell’1,1%. In Europa, bene il settore minerario e bancario: BPER ha superato il 35% del capitale di Popolare di Sondrio, mentre UniCredit ha raggiunto il 20% dei diritti di voto in Commerzbank, anche se resta l’opposizione politica del governo tedesco.
In Asia, andamento contrastato: il Nikkei ha perso lo 0,3%, penalizzato dalle incertezze elettorali, mentre Shanghai e Hang Seng hanno chiuso a +0,5%. La Cina ha sorpreso con un rialzo delle esportazioni a giugno, nonostante il calo verso gli USA, e un primo recupero delle importazioni.
Infine, tra le materie prime, il petrolio WTI ha guadagnato il 2,2%, l’oro è salito dello 0,6%, mentre il rame ha registrato un +8,9% sostenuto dai timori sui dazi.
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