La Fed, contrariamente alla Bce, si è presa una pausa e ha lasciato invariati i tassi al 5,25%. Nella conferenza stampa Powell ha prospettato un ulteriore rialzo nei prossimi due incontri prima della fine dell’anno e le previsioni dei componenti confermano questa ipotesi così come a giugno. Salgono le previsioni di crescita economica, di inflazione, e anche dei tassi sia sul 2024 che sul 2025 rispetto alle attese pubblicate a giugno. Dopo la decisione, il rendimento del Treasury a 2 anni si è spinto al livello più alto degli ultimi 17 anni a 5,197%, mentre quello del 10 anni al massimo da 16 anni a 4,431%.
Sempre in tema di dichiarazioni da parte delle Bce, Villeroy ha annunciato la politica monetaria verosimilmente si manterrà al 4% per quanto necessario a contenere l’inflazione, dichiarandosi per ora restìo ad alzare ancora ancora i tassi. Secondo Kammer del Fmi, la Bce non potrà permettersi tagli dei tassi per tutto 2024.
Il rialzo dei tassi globali in seguito alle comunicazioni delle banche centrali ha guidato la salita dei rendimenti dei titoli di stato periferici con il decennale italiano che ha superato la soglia del 4.5% e spread salito oltre i 180 punti base.
Bilancio in rosso quello della settimana scorsa per i principali listini, con Parigi la peggiore in calo del -2,6%, seguita da Francoforte, Milano, Madrid e Londra. A Wall Street l’S&P 500 e il Nasdaq Composite chiudono la 3° settimana in calo consecutiva, la peggiore da marzo con ribassi del -2,7% e del -3,5%. Borse cinesi miste, con l’CSI300 che in controtendenza guadagna +0,81% mentre l’Hang Seng chiude in negativo di -0,69%.
Nel complesso delle ultime 5 sedure il CRB perde un -1.5% per il venir meno del sostegno da parte del greggio, mentre continua ad essere molto debole il comparto dei prodotti agricoli per il rialzo delle stime sulla produzione di granaglie dall’International Grain Council.
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