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Consulenza 20 novembre 2023

Il Punto sul Mercato del 20 novembre 2023

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I mercati questa settimana si sono concentrati sulla pubblicazione dei dati sull’inflazione negli USA, che è stata inferiore alle attese sia per il dato mensile che per quello rispetto al 2022 in discesa per la prima volta negli ultimi 4 mesi. L’impressione generalizzata è stata di una dinamica dei prezzi più contenuta rispetto a quanto si attendeva la Fed.


La reazione dei mercati si è concretizzata in un ampio calo dei rendimenti che ha dato il via a generalizzati apprezzamenti delle asset class più rischiose. I tassi tra 5 e 10 anni sono scesi di oltre -25 punti base con il 10 anni che dopo aver toccato nelle scorse settimane il 5% scambia in chiusura di settimana al 4,4%. L’idea prevalente è che la FED abbia concluso il ciclo restrittivo a dispetto di dichiarazioni ancora contrastanti da parte degli esponenti del comitato.


Va detto che non è la prima volta però che il mercato si affretta a scontare un taglio dei tassi in questo ciclo di restrizione. Il concetto di “tassi alti più a lungo”, che spesso è stato rilanciato dalle banche centrali, pare difficile da acquisire da parte degli investitori e potrebbe ancora portare sorprese nel corso dell’anno.


In Cina, buoni dati di ottobre sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio, cresciute oltre alle attese.  


La People’s Bank of China ha lasciato invariati i tassi di finanziamento a 1 anno, ma ha raddoppiato il volume dei finanziamenti al livello più alto dal 2016.


Il PIL giapponese si è contratto nel Q3 del -2,1% annuo e -0,5% su trimestre, ma meglio delle attese. 


Anche in Eurozona il Pil nel Q3 è diminuito del -0,1% trimestrale, secondo la stima flash, dal +0,2% del Q2, e la Commissione UE nelle previsioni d'autunno ha abbassato le stime di PIL 2023-2024

Tra i banchieri centrali, spiccano alcuni commenti da falco che dicono che “un taglio dei tassi da parte della Bce in tempi brevi è "altamente improbabile", e che "sarebbe un po' presto" un taglio nel Q2, mentre la Bce deve essere pronta ad alzare ancora i tassi se necessario.


Prosegue il calo di spread e rendimenti sulle obbligazioni periferiche con i dati macro che descrivono il rallentamento economico globale e che portano a scontare una riduzione generalizzata dei tassi.

Fitch ha lasciato il rating dell'Italia invariato a 'BBB' con outlook stabile. Venerdì sera Moody's ha confermato il rating italiano migliorando l'outlook a "stabile" da "negativo.

I mercati azionari hanno registrato una performance positiva anche nell’ultima settimana.

Il CRB su base settimanale limita il calo ad un -0.75% ma celando dinamiche molto diverse.



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