La settimana ha confermato il clima tranquillo sul fronte obbligazionario, con i tassi che si sono mantenuti poco variati. Negli Stati Uniti, l’attenzione si è concentrata sul caso giudiziario che vede contrapposti il Presidente Trump e Lisa Cook, rappresentante della Federal Reserve, dopo il ricorso di quest’ultima contro il suo licenziamento. In parallelo, è stato pubblicato il dato sul PIL statunitense, che nel secondo trimestre ha mostrato una crescita del 3,3% su base annua. I mercati restano influenzati dagli interventi di Jackson Hole e dalle attese per un possibile taglio della Fed a settembre. Sul fronte commerciale, Trump ha minacciato nuove tariffe nei confronti dei Paesi che applicano tasse digitali alle società tecnologiche americane.
In Europa, il focus è stato sulla Francia, dove il Primo Ministro ha chiesto un voto di fiducia per l’8 settembre. L’elevata probabilità che il governo non ottenga la maggioranza, ha alimentato i timori di elezioni anticipate e spinto lo spread OAT-Bund in area 80 punti base.
Sul fronte azionario, Wall Street ha archiviato una settimana positiva, con l’S&P500 che ha segnato nuovi massimi storici, trainato dal settore automobilistico e dalle banche. Tra le trimestrali, spiccano i risultati di Nvidia, che ha registrato ricavi in crescita del 56% su base annua e utili in aumento del 59%, nonostante le difficoltà nei rapporti USA-Cina. In Europa, invece, gli indici hanno chiuso in rosso con una perdita media dell’1,2% nelle ultime cinque sedute. Vendite diffuse anche a Milano, soprattutto nel comparto bancario, penalizzato dalle indiscrezioni su una possibile nuova tassazione sui buyback.
Nel comparto delle materie prime, l’indice Bloomberg Commodity ha guadagnato lo 0,93% su base settimanale, sostenuto soprattutto dai metalli preziosi, con l’argento in evidenza.
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