Settimana di passione sui mercati obbligazionari con rialzi dei tassi a livello globale. Negli Stati Uniti particolarmente colpite le parti lunghe della curva che tra 10 e 30 anni hanno visto rialzi tra i 20 -30 punti base. Il decennale USA in chiusura di settimana si attesta sopra al 4,8% e il trentennale raggiunge il 5%, mentre sono più stabili i tassi fino a 2 anni.
Situazione analoga per i tassi tedeschi che vedono una riduzione di qualche punto base del tasso a 2 anni e un rialzo tra i 10 e i 15 bps per tutte le scadenze superiori a 10 anni. Il mercato sta sostanzialmente aggiustando le curve, adeguandole al mantra “higher for longer” che sta diventando una costante nei discorsi pubblici delle autorità monetarie.
A proposito di questo, in settimana abbiamo avuto dichiarazioni abbastanza contrastanti in Area Euro, segno di visioni divergenti. In particolare, prendendo gli esponenti più autorevoli: Lane ha evidenziato come con i tassi al 4% e attese di inflazione al 3% si possa parlare a tutti gli effetti di una politica monetaria restrittiva, soprattutto se si guarda anche all’impatto sul credito e sulla produzione.
Pubblicati i dati sul mercato del lavoro negli USA: il numero di offerte di lavoro (JOLTS), dato spesso citato da Powell come critico per la politica monetaria, è aumentato ad agosto oltre le attese.
Ancora una settimana di tensioni per i mercati obbligazionari periferici, che hanno toccato importanti livelli di rendimento, guidati dal rialzo generale dei titoli dell’area core.
In questo contesto, il totale collocato dal BTP valore per circa €17,2 mld ha rappresentato un risultato promettente proprio in un momento difficile per il nostro mercato, nonostante a giugno la prima edizione del Btp Valore aveva raccolto poco meno di € 18,2 mld.
Settimana negativa per le Borse europee, nonostante il recupero di venerdì: STOXX Europe 600 -1.17%, Ftse Mib -1,53%. Performance settimanali contrastate per Wall Street.
La Banca d’Israele ha annunciato di voler fornire liquidità fino a $30 mld ai creditori locali e vendere valuta estera per la prima volta, per sostenere i mercati dopo l’attacco di Hamas.
Il CRB nelle ultime 5 sedute perde il -4.3%, travolto anch’esso da timori e incertezze prevalenti sui mercati. E non è stato risparmiato neanche l’oro subendo il rialzo dei tassi e del dollaro.
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