Torna alle News
Sostenibilità 1 marzo 2023

Biodiversità: i valori della sua tutela sul PIL mondiale

news image

Il rilievo economico della biodiversità

La biodiversità sta diventando un concetto estremamente caro alla finanza e all'economia e non soltanto alle scienze biologiche. Tutti i fenomeni che costantemente interessano i mutamenti dell'ambiente e l'impatto sulle forme naturali stanno assumendo un significato sempre più importante anche a livello di conseguenze globali per i sistemi economici.

La conferenza sulle biodiversità delle Nazioni unite del 2022 In Canada anche nota come COP15 ha svelato e approfondito tutte le tematiche inerenti questo nuovo filone di sviluppo economico, secondo una prospettiva che non si limita assolutamente all'indagine in termini meramente ambientali.


I dati economici sul degrado ambientale

Certo è impressionante il dato per cui oltre un milione di specie sono sotto minaccia di estinzione secondo una quota che non si era mai vista in 10 milioni di anni, ed anche il fatto che il 40% della superficie terrestre sia considerata degradata non contribuiscono a regalare serenità in vista non solo del prossimo futuro ma anche del presente, funestato dalle conseguenze dell'impatto climatico.

Uno dei dati più impressionanti è che le attività umane legate alla produzione di cibo alla costruzione di infrastrutture alla produzione di energia e quelle minerarie incidono per il 79% sulle specie a rischio estinzione.


Il valore aggiunto di un cambio di scenario

Il New Nature Economy Report del World Economic Forum affronta questi temi andando a quantificare anche le conseguenze economiche legate ad un possibile cambio di scenario nella produzione e nell'interpretazione dei processi economici. Il valore della sostenibilità, più precisamente quello di un approccio realmente sostenibile alle tradizionali attività il produzione, è pari a circa 44 milioni di miliardi di dollari di valore generato, una cifra pari a circa metà del GDP mondiale. Il Global Risk Report del 2022 rivela infatti come la perdita di biodiversità rientri in effetti come la terza delle minacce globali fondamentali alla tenuta dei sistemi economici.

Il possibile riscatto è legato all'adozione di alcuni fattori in grado di garantire una transizione dalle implicazioni più accettabili e dall'impatto minore, generando oltretutto effetti assolutamente positivi anche per quanto riguarda il fronte dell'occupazione.


Driver di sviluppo: nuovi equilibri e loro impatto

Il primo di questi fattori e son salterò quello di limitare l'espansione delle città a danno dell'ambiente. I progetti di gestione e conservazione dell'equilibrio tra ambiente urbano e naturale è in grado di creare un indotto quantificato in 665 miliardi di dollari con tre milioni di nuovi posti di lavoro costruiti entro il 2030.

La seconda tendenza da seguire è quella della costruzione legata ai ritmi dell'ambiente naturale e dalle sue specificità, optando per un modello più centrato sull'elemento della biodiversità che su quello delle esigenze umane. Un modello che si basa essenzialmente su una riconsiderazione delle infrastrutture, da interpretare In senso proattivo verso gli equilibri naturali si traduce in oltre 935 miliardi di dollari e 38 milioni di posti di lavoro sempre al 2030.

Altro pivot utile ad una transizione generativa è quello di utilizzare tutte le forme della tecnologia intelligente ed in generale della quarta rivoluzione industriale per la riduzione delle emissioni, elemento che porterebbe alla produzione di 670 miliardi di dollari in termini di nuova opportunità di business, col bonus di 42 milioni di posti di lavoro in più.

Ancora, inserire aree naturali in maniera armonica ed organica all'interno delle dinamiche di costruzione degli ambienti abitati contribuirebbe, oltre che ad un miglioramento della qualità dell'aria e dell'acqua, a produrre utilità per circa 160 miliardi e quattro milioni di posti di lavoro .

In ultimo ma non per ultimo, l'attenzione alla sostenibilità delle infrastrutture di connessione logistica come strade, autostrade, gasdotti e porti, oltre a garantire una diminuzione degli effetti negativi sulla biodiversità porterebbe un vantaggio quantificabile in 585 miliardi di dollari e 29 milioni di posti di lavoro legati ad una riconversione che comprenda la creazione di canali dedicati alla natura e dalla riconversione energetica dell'alimentazione di questi percorsi.


Rimani aggiornato, iscriviti alla newsletter