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La Banca 3 ottobre 2025

Vincenzo De Marco e l’intervista per i Fundspeople Awards 2025

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L’intervista

Vincenzo De Marco, Direttore Commerciale di Banca Patrimoni Sella, è stato intervistato da Fundspeople in occasione dell’edizione 2025 dei Fundspeople Awards, in una chiacchierata sui temi dell’evoluzione professionale del consulente finanziario. Di seguito la documentazione del dialogo di Vincenzo con la testata.


Quali sono gli elementi distintivi (qualità/skill) che definiscono il suo lavoro o le sono stati più utili nella sua carriera professionale?

“Credo che un elemento fondamentale sia sempre stato il contatto con le persone: ascoltare, farle sentire coinvolte, accompagnarle nella crescita. Essere davvero al loro servizio.

Per quanto riguarda i clienti, il punto centrale è credere nel valore del servizio. Dare risposte adeguate, essere efficienti ma anche efficaci, capire davvero quali sono le esigenze e trovare il modo di soddisfarle. E poi c’è un’altra cosa che considero decisiva, forse la più importante: la disponibilità. Senza disponibilità vera, non costruisci nulla che duri. Serve concretezza, capacità di "mettere a terra" le cose.”

 

Può indicarci un obiettivo a breve termine e uno a medio/lungo termine a livello professionale?

“Per me, la cosa più bella che ti possa capitare è vedere le persone con cui lavori crescere, sorridere, realizzarsi. Non solo professionalmente, ma anche personalmente. Quando vedi questo, capisci che stai facendo la cosa giusta. E quando le persone crescono, cresce anche la banca. È un percorso che si fa insieme. Il mio obiettivo è proprio questo: accompagnare le persone in un processo di crescita condivisa, che faccia bene a tutti. Non c’è miglior referenza attiva di un collega che sta bene, che migliora e che aiuta gli altri a farlo.”

 

Una riflessione sul settore in cui opera: quali sono stati i principali cambiamenti negli ultimi anni e le sfide che, secondo lei, attendono il settore in futuro?

“In oltre ventisei anni di carriera, ho visto crescere molto il livello di regolamentazione. Il contesto normativo è diventato più complesso, e continuerà a esserlo. Questo ha cambiato anche il modo di fare consulenza. Un altro grande cambiamento è stato quello della polarizzazione del mercato: oggi ci sono pochi grandi player molto strutturati. In questo scenario più competitivo e concentrato, la qualità media si è alzata. Ma proprio per questo, per distinguersi davvero, bisogna rimanere fedeli ai propri principi. Nel nostro caso ci teniamo saldi sulla nostra identità, fondata sul valore della territorialità, della presenza e della vicinanza alle persone, su un contatto diretto che non cede alla tentazione di industrializzare il servizio. È ciò che ci caratterizza e che dobbiamo continuare a coltivare.”

 

Un consiglio per le nuove generazioni che vogliono entrare nel settore?

“La prima cosa che direi è: restate umili. Questo è un mestiere complesso, che richiede una preparazione ampia e profonda. Ma non basta sapere: bisogna anche sapere ascoltare, osservare, apprendere. Entrare pensando di aver già capito tutto è il modo migliore per perdersi. Poi c’è un principio che deve essere sempre chiaro: la soddisfazione del cliente è la vera misura del successo. Quando un cliente è soddisfatto, quella soddisfazione diventa un motore che ti spinge avanti, giorno dopo giorno, è una motivazione che si autoalimenta. E infine ricordarsi che si lavora in squadra. Voler essere parte attiva, collaborare, essere disponibili fa tutta la differenza del mondo.”