Il progetto della Direzione Artistica di BPS
Raccontare le storie delle persone per narrare la storia di un luogo. È questo il senso profondo di un progetto che si pone l’obiettivo di accendere i riflettori sulle vite di chi abita uno spazio, per affermare la presenza di un luogo che brulica di vita, progetti e aspettative, per restituire visibilità a una comunità forte che vuole dare il proprio contributo al futuro della città e della collettività.
La scelta della Direzione Artistica
“Sguardi su Falchera. La visione dell’invisibile” è un progetto che la Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella ha sostenuto sin dal principio, per la sua forte valenza in termini di promozione e valorizzazione del territorio e per l’impegno concreto nel dar vita a un percorso di integrazione e inclusione di una comunità sul territorio.
Ideato e promosso dall’Associazione Choròs, l’evento che si è svolto il 16 maggio nell’Auditorium della Biblioteca civica Don Milani è stata un’occasione unica per conoscere un luogo, al di là della narrazione parziale che offrono le cronache, e per farne emergere l’unicità. Protagonista, il teatro di comunità che, grazie all’opera attenta dell’associazione, ha dato vita a uno spettacolo di grande intensità, dove la drammaturgia di scena e la scrittura stessa nascono dalle biografie degli abitanti del luogo e vengono rielaborate attraverso un processo in risonanza con i testi classici teatrali e letterari. A Falchera, quartiere posto ai margini a nord di Torino, Shakespeare e Omero hanno incontrato e dialogato con Mario, Giuseppina, Antonio, Enza e Samuele, la gente del quartiere che ha dato voce alla scena. Un’azione di coinvolgimento diretto della comunità che mira a riconsegnare dignità a una storia. Perché affermare la riconoscenza storica significa restituire valore.
La messa in scena dello spettacolo “La visione dell’invisibile” è stata preceduta da un’interessante e coinvolgente conversazione aperta che ha visto Sergio Pace, storico dell’architettura del Politecnico di Torino, e Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato di Torino, dialogare con Daniela Magnetti, direttrice artistica di Banca Patrimoni Sella & C. e la comunità che ha riempito l’auditorium. È stato così che lo sguardo della storia, dell’urbanistica e dell’architettura, con tutta la loro poesia, hanno offerto un’ulteriore prospettiva, nuova e a tratti inedita, nella narrazione di Falchera.
Falchera. Un’invisibile città calviniana
“Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi” scriveva Italo Calvino. Un richiamo letterario che è immediato quando si parla di Falchera, con la sua caratteristica architettura, progettata nel ’53-’54 dal visionario Giovanni Astengo, il suo essere paese nella città, un luogo silenzioso e discreto, invisibile ai più. Per vederla è allora necessaria una riflessione profonda sul destino delle città nel nostro tempo.
Una visione che ha creato una connessione naturale e inevitabile portando il progetto tra gli eventi del Salone OFF del Salone Internazionale del Libro