Nel corso della settimana, l’attenzione si è concentrata sulle decisioni delle principali banche centrali. La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base, segnando il quarto taglio consecutivo e il quinto da giugno. L’istituto centrale ha ribadito che il processo disinflazionistico è in corso e che l’inflazione dovrebbe convergere verso il 2% nel medio termine. Diversamente, la Fed ha mantenuto invariati i tassi, con il presidente Powell che ha sottolineato il carattere ancora restrittivo della politica monetaria, ritenendo prematuro accelerare il percorso di riduzione del costo del denaro.
Sul fronte macroeconomico, l’economia italiana ha registrato una crescita nulla nel quarto trimestre del 2024, segnando il secondo trimestre consecutivo di stagnazione. Nell’intero anno, il PIL è cresciuto dello 0,5%, in rallentamento rispetto al +0,8% del 2023. Nel complesso, il PIL dell’Eurozona è aumentato dell’1,1% nel 2024, in linea con l’anno precedente.
Settimana volatile per i mercati azionari, con gli emergenti che hanno sovraperformato: l’MSCI World ha ceduto lo 0,2%, mentre l’MSCI Emerging Markets ha guadagnato l’1,2%. A Wall Street, il Nasdaq ha registrato una brusca correzione, appesantito dalla debolezza dei titoli tecnologici legati all’AI, dopo che il modello DeepSeek ha sollevato interrogativi sulla supremazia statunitense nel settore, grazie a soluzioni meno dipendenti da chip avanzati. In Europa, prosegue la sovraperformance rispetto agli Stati Uniti, con un rendimento da inizio anno del +7,9%, sostenuto da una stagione degli utili migliore delle attese.
Nel comparto bancario, l’attenzione resta alta sul risiko, dopo che il CdA di Mediobanca ha respinto l’OPS di MPS, definendola "non concordata" e contraria agli interessi della banca.
Infine, sul fronte delle materie prime, il Bloomberg Commodity Index ha chiuso la settimana in calo dello 0,71%, penalizzato dalle incertezze legate ai dazi proposti da Trump e dai dati macroeconomici cinesi più deboli delle attese. L’oro ha aggiornato i massimi storici, sostenuto da un contesto di incertezza economica e dall’orientamento più accomodante delle banche centrali.
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