Federico Sella: l’intervista per “Capitani coraggiosi” di Harvard Business Review Italia
Il progetto editoriale
Ideato da Maria Cristina Origlia, “Capitani coraggiosi” di Harvard Business Review Italia è un format che propone Domande potenti per leader audaci, e si articola in videointerviste a manager ed imprenditori ritenuti capaci di una visione peculiare. L'obiettivo del progetto, che prende spunto dal libro delle domande brillanti di Warren Berger, autore anch’egli di HBR, è quello di spingere i leader contemporanei e aspiranti tali a riflettere in modo insolito sul ruolo e sull'esercizio della leadership.
La premessa è che la rivoluzione digitale ha smantellato l'organizzazione piramidale precedente, che prevedeva che il leader avesse tutte le risposte. L'era digitale richiede un dialogo costante all'interno e all'esterno dell'organizzazione, e dunque un sistema relazionale molto più complesso e aperto. Per prendere decisioni intelligenti, i leader devono interrogarsi, ascoltare e, ancora più importante, dare alle persone la possibilità di parlare. Inoltre, devono affrontare le crescenti aspettative relative ai valori, al senso e all'impatto sociale dell'azienda. Le competenze relazionali necessarie ai leader per esercitare nuovamente il potere richiedono innanzitutto una riflessione personale che si concentra sull'organizzazione e sulla sua posizione nella società. Un modo migliore per procedere è porre le domande giuste. Posare queste domande potrebbe provocare cambiamenti significativi nelle pratiche manageriali.
L'introduzione di Maria Cristina Origlia
"Benvenuti a capitani coraggiosi domande potenti per leader audaci un viaggio tra i top manager e gli imprenditori contemporanei Alla scoperta di come governare Le organizzazioni in mari tempestosi e imprevedibili per mantenere la rotta come imparando a porsi a porre
le domande giuste al momento giusto. Io sono Maria Origlia e il capitano coraggioso che andiamo a incontrare è Federico Sella, amministratore delegato di Banca Patrimoni Sella, la società del gruppo specializzata nella gestione e amministrazione dei patrimoni di clienti privati e istituzionali presente ormai in tutta Italia. Siamo a Biella, dove tutto ha avuto inizio il connubio tra tradizione e
innovazione e la cifra di un gruppo storico come il gruppo Sella che affonda le sue radici addirittura nel 1570. 450 anni di storia che inizia con un'attività imprenditoriale nel settore tessile poi si allarga al settore vinicolo e poi a metà dell'800 apre una banca. Nell'ambito di quest'ultimo settore Banca Patrimoni Sella nasce nel 2005 sulla base di tre valori fondativi che sono la trasparenza, l'integrità e la riservatezza, valori che potremmo dire Evergreen ma che comunque la leadership deve sapere interpretare andando a
guardare quelli che sono i cambiamenti dei tempi. Oggi sappiamo che abbiamo bisogno di leader e di imprenditori che esercitano il potere non per concentrare nelle loro mani o per imporlo ma per condividerlo per includerlo per motivare le persone. Ecco allora che l'abitudine a
farsi delle domande può diventare una meta competenza molto importante per avere il polso della situazione. Qual è secondo te la domanda più importante che un leader deve porsi oggi?" "
Federico Sella: la centralità della prospettiva manageriale su quella imprenditoriale
"[Visto il mio ruolo] non faccio altro che pormi delle domande. Qual è la domanda più importante che devo pormi? Partiamo dall'ABC: cosa serve per saper guidare bene un'azienda, (...) si parte da qui sostanzialmente e poi si incomincia a costruire attorno a questa domanda essenziale un percorso. (...) Per esempio, guido da imprenditore o guido da manager? Qual è la la risposta? Imprenditore o manager? C'è una differenza tra gli aspetti manageriali. (...) Appartengo a una famiglia che da secoli - come hai detto bene - ha espresso una capacità imprenditoriale molto buona secondo me. Oggi la sfida invece è esprimere una capacità manageriale molto buona e quindi il tema è quali sono le regole, qual è la sfida per guidare bene, per essere un buon operativo diciamo...”
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