La prospettiva di una Fed più cauta di quanto stimato solo poche settimane fa, supportata da un'inflazione e un'economia più resilienti, sta portando i rendimenti sui Treasury americani ai livelli massimi degli ultimi tre mesi. È interessante notare il differenziale dei tassi USA-Germania: sulle scadenze a due anni sta rapidamente tornando verso la quota di 200 punti base, spingendo il dollaro ai massimi da inizio agosto rispetto all’euro.
In Italia, la tornata autunnale delle valutazioni sul debito si è aperta con un segnale positivo da Fitch, che ha migliorato l'outlook sul paese da 'stabile' a 'positivo', confermando il rating a 'BBB'. Anche S&P Global ha mantenuto il giudizio a 'BBB' con outlook stabile, evidenziando però prospettive di crescita ottimistiche per il PIL italiano. Questi pareri favorevoli stanno alimentando l’interesse per i titoli di Stato italiani, con lo spread a quota 120 punti base e una domanda record nelle ultime aste.
Passando ai mercati emergenti, c'è stato un nuovo intervento della banca centrale cinese per stimolare la domanda interna, con un taglio dei tassi sui prestiti a medio breve termine. Nel frattempo, il Ministero delle Finanze cinese ha presentato un pacchetto di stimolo fiscale, che sarà discusso e votato dal Congresso entro fine ottobre.
Per quanto riguarda l'azionario, è stata una settimana debole, appesantita dalla flessione del Giappone, mentre i mercati emergenti hanno mantenuto meglio il passo. A Wall Street, Tesla è decollata del +22% giovedì, grazie ad una crescita molto forte degli utili del terzo trimestre, superando le attese degli analisti.
In Europa, la nuova reporting season non sta suscitando grande entusiasmo, mentre in Cina le borse stanno recuperando terreno dopo una fase di correzione. In netto contrasto, il Giappone ha visto una settimana di forte ribasso, trascinando con sé anche il mercato indiano.
Su base settimanale, il Bloomberg Commodity Index guadagna circa un punto e mezzo, sostenuto dal rialzo dei metalli preziosi. Questi continuano a beneficiare dello scenario geopolitico, alimentato anche dalla campagna elettorale negli Stati Uniti, dove Trump, con le sue politiche inflattive e una politica estera decisa, appare come uno dei candidati favoriti.
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