La notizia più rilevante della settimana è stata quella della riduzione del rating sul debito statunitense operata da Fitch. Gli USA perdono quindi la AAA e passano a AA+ con Outlook stabile, la società di rating ha giustificato la mossa con il deterioramento fiscale previsto per i prossimi tre anni. L’impatto sui mercati è stato significativo anche se per ora abbastanza contenuto rispetto a quanto visto nell’episodio analogo del 2011. I tassi sono saliti (spinti anche da dati positivi sul mercato del lavoro) soprattutto sulle scadenze più lunghe con il tasso a trent’anni che è passato dal 4 al 4,25%, così come il decennale passa dal 3,95% al 4,15%. Sempre negli Stati Uniti è stata pubblicata l’indagine relativa ai prestiti e, analogamente a quanto visto la scorsa settimana in Area Euro, abbiamo avuto un ulteriore modesto inasprimento delle condizioni di erogazione del credito, crescono gli spread applicati e cresce il numero di banche che dichiara di averli inaspriti, le attese sul secondo semestre sono di una continuazione della tendenza evidenziata.

La Banca del Giappone ha annunciato per la seconda volta questa settimana un'operazione di acquisto di obbligazioni non programmata, sottolineando la sua determinazione a frenare bruschi movimenti dei tassi, nonostante il recente aggiustamento della politica che ha permesso ai rendimenti di riferimento di salire fino all'1%.

Notizie contrastanti sullo stato dell’economia cinese, l’indice ufficiale pubblicato a inizio settimana ha mostrato una ulteriore perdita di slancio dell’economia con una nuova contrazione del settore manifatturiero e un indebolimento dei servizi.

La stima flash del Pil dell’Italia ha sorpreso con un calo di -0,3% trimestrale contro le attese per una stabilità allo 0%. Segnali positivi, invece, dall’inflazione italiana di luglio, che scende al +6% dal +6,4% di giugno tornando allo stesso livello di aprile 2022.

Settimana particolarmente negativa per i mercati azionari: MSCI World chiude in negativo e l’MSCI Emerging Markets cancella i guadagni della scorsa settimana. Indici Usa in correzione, nonostante la salute delle ultime trimestrali.

Le borse europee registrano la perdita maggiore ma le banche europee si confermano resilienti in scenari avversi, come emerge dai risultati dello stress test e le italiane si confermano le più solide. 

Borse cinesi miste.

Nelle ultime cinque sedute il CRB cede lo 0,61% per consistenti correzioni fra i prodotti agricoli. Sotto il 2% gli altri segni positivi, fra cui l’oro che inizia vedere la fine dei rialzi dei tassi negli Stati Uniti ed il petrolio, dove si consolida l’idea di un mercato con scarsità di offerta.

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