Settimana di pubblicazioni sia in America che in Area Euro.

Per quel che riguarda gli Stati Uniti abbiamo avuto la pubblicazione del documento sullo stato dell’economia, e il quadro che ne deriva è quello di una economia in stallo, con una crescita poco dinamica e con qualche segnale di allentamento delle tensioni sul mercato del lavoro, inoltre più di un distretto evidenzia un irrigidimento delle condizioni di accesso al credito. Anche in questo caso le dichiarazioni dei membri della Fed in settimana si sono concentrate su una continuazione dell’inasprimento della politica monetaria con Bullard che ha alzato la previsione sul tasso terminale dei rialzi al 5,5%-5,75%.

In Area Euro, invece, sono state pubblicate le minute dell’incontro di marzo della BCE dove è emersa una ampia maggioranza di membri favorevoli al rialzo di +50 bps come proposto da Philip Lane nonostante le vicende del settore bancario, con lo scopo di infondere fiducia ed evitare di creare ulteriore incertezza. Altro parere condiviso dagli esponenti della Bce è quello di rimanere dipendenti dai dati macro.

Lato mercati azionari settimana poco mossa. Il Dax ha guadagnato +0,4% mentre il Ftse Mib ha lasciato sul terreno -0,4%. Piatto l'S&P 500 a fronte del -0,6% del Nasdaq. Più marcato il calo degli Emergenti (-2%). S&P ha confermato il rating “BBB” dell’Italia con outlook stabile prevedendo un Pil 2023 in aumento del +0,4% dopo il +3,7% del 2022.

Chiudiamo come al solito con uno sguardo alle commodities. Settimana negativa per l’indice CRB che chiude a -1,34%, mantenendo la performance YDT negativa (-2,1%).

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